Fonetica e fonologia sono delle discipline piuttosto recenti, vediamo quali sono stati i loro precursori. Il più antico alfabeto di cui si ha conoscenza, fu creato intorno al 1500 a.c. dai semiti nel territorio dell’attuale Siria. Si trattava di 22 segni riferiti esclusivamente alle consonanti. I precedenti sistemi di scrittura erano di tipo olistico ossia ad ogni segno grafico corrispondeva un particolare significato.
Un ulteriore sviluppo del principio alfabetico introdotto dai semiti venne attuato successivamente dai greci che aggiunsero ai segni delle consonanti altri segni per indicare le vocali.
Il sapere linguistico greco mantenne la sua vitalità fino al Medioevo arrivando al Rinascimento ed è nell’ 800 che si cominciano a mutare i paradigmi di ricerca.
La fonetica emerge grazie a due correnti antagoniste, Romanticismo e Positivismo. La linguistica nasce come scienza autonoma in un clima intellettuale dominato dall’idealismo romantico, il metodo utilizzato è quello storico-comparativo tra le lingue di una stessa famiglia.
L’approccio positivista invece privilegia la ricerca scientifica. E’ in questo clima che nasce la fonetica come disciplina scientifica. Fra il 1870-1880 vengono pubblicati i primi manuali di fonetica in tedesco e inglese. Nel 1886 il francese Paul Passy fonda l’Association Phonétique International (API) oggi nota con la denominazione inglese International Phonetic Association (IPA), tra i cui compiti ci fu quello fondamentale della creazione di un alfabeto internazionale per la trascrizione fonetica, la cui prima versione, in seguito riveduta, risale al 1888.
L’AVVENTO DELLA FONOLOGIA
All’inizio del ‘900 si assiste ad una serie di mutamenti all’interno della scienza del linguaggio. Il peso che la linguistica dell’800 aveva dato alla diacronia viene messo in dubbio dalla nascita della linguistica strutturale fondata dal linguista ginevrino Ferdinand De Saussure. Nel suo Cours de Linguistique générale vengono formulati alcuni principi fondamentali della linguistica del XX secolo. La priorità della sincronia sulla diacronia, del parlato sullo scritto, la distinzione tra langue e parole nonché la concezione della lingua come sistema di opposizioni. L’opera di De Saussure getta le basi per quello che poi sarà lo studio sviluppato negli anni ‘20-‘30 della scuola di Praga, si cui fanno parte due linguisti Nicolaj Trubetzkoy e Roman Jakobson. Dalla scuola di Praga nasce una nuova scienza, la fonologia ed è proprio Trubetzkoy a definire la differenza tra fonologia e fonetica nel suo “Fondamenti di fonologia”. Nella seconda netà del ‘900, la linguistica moderna subisce una svolta. Accanto allo strutturalismo si affaccia una nuova teoria, la grammatica generativa fondata dallo statunitense Noam Chomsky, con essa, l’oggetto di studio non è più la langue in quanto sistema astratto opposizioni ma la competenza che il parlante nativo ha della sua lingua e di cui la grammatica vuole essere modello formale.
LA FONETICA MODERNA
Nonostante a partire dagli anni ’30 i linguisti si siano concentrati maggiormente sull’analisi fonologica, questo non ha impedito alla fonetica di progredire. In modo particolare a ricevere un forte impulso è stata la fonetica acustica che a partire dagli anni ’40 subisce un notevole sviluppo grazie all’introduzione di nuove tecnologie per l’analisi del segnale, un esempio è lo spettografo che, permettendo la scomposizione di un’onda sonora complessa nei suoi componenti, ha reso possibile lo sviluppo di una teoria acustica dei suoni linguistici.
Studi recenti sono stati svolti nell’ambito dello sviluppo tecnologico, due sono le principali aree di ricerca: la sintesi del parlato sul computer, il riconoscimento del parlato da parte dello stesso computer. Altra importante applicazione delle conoscenze fonetiche si ha nella logopedia, che studia le varie forme di patologia del linguaggio come la balbuzie e le rispettive terapie riabilitative.